La cedolare secca, detta anche tassa piatta, è un regime di tassazione opzionale, entrato in vigore lo scorso 7 aprile, applicabile ai canoni derivanti da locazioni abitative poste in essere da proprietari persone fisiche che non agiscono nell'ambito di impresa o professione. In pratica sul canone di locazione annuo si andrebbe a pagare un'imposta del 19% o del 21% a seconda che si tratti di locazione a canone concordato o a canone libero. Tale imposta sostituisce l'Irpef, le relative addizionali, l'imposta di registro e quella di bollo. Per contro, il proprietario deve rinunciare all'aggiornamento Istat annuale del canone di locazione. A chi conviene? Sicuramente non conviene ai proprietari che dichiarano un reddito annuo fino a 28.000 Euro. Per i redditi superiori la convenienza va valutata caso per caso effettuando un calcolo che va a comparare la tassazione del regime ordinario con quella della cedolare secca. Quello che nessuno dice, perché non è immediato da percepire, è che la cedolare secca è sempre sicuramente conveniente per l'inquilino e di ciò bisognerebbe tenerne conto nella stipula dei nuovi contratti. Si attende a giorni, circa una settimana, il provvedimento dell'Agenzia delle Entrate che chiarirà la disciplina di attuazione di questo nuovo regime.